sabato 25 ottobre 2008

a me è piaciuta!!!!

REGALA CIO' CHE NON HAI

Occupati dei guai,
dei problemi del tuo prossimo.
Prenditi a cuore gli affanni,
le esigenze di chi ti sta vicino.

Regala agli altri la luce che non hai,
la forza che non possiedi,
la speranza che senti vacillare in te,
la fiducia di cui sei privo.

Illuminali dal tuo buio.
Arricchiscili con la tua povertà.
Regala un sorriso quando hai voglia di piangere.
Produci serenità dalla tempesta che hai dentro.

"Ecco quello che non hai, te lo do".
Questo è il tuo paradosso.
Ti accorgerai che la gioia a poco a poco entrerà in te,
invaderà il tuo essere,
diventerà veramente tua
nella misura in cui l'avrai regalata agli altri.


Alessandro Manzoni

giovedì 23 ottobre 2008

Una CATASTROFICA amicizia




La protagonista di questa storia è Stella.


Dopo un’infanzia traumatica ed un soggiorno altrettanto indelebile presso il canile di Ortona (no comment), Stella viene prelevata da due “zii” ed il futuro “papà” accudita, lavata a fondo, curata e sterilizzata (chissà perché il canile non l’aveva fatto in quanto previsto) e amata “forse troppo” ma lo merita tutto.

Da questo segnante primo periodo passa oltre un anno di uno stupendo rapporto, anche se i segni del vecchio sono indelebili. Chi la conosce sa quante paure, come scappa, come si nasconde, come si accovaccia appena vede qualche situazione per lei a rischio, poi se vede bambini e palloni ci vogliono due buone braccia e un guinzaglio per taglie grandi per reggerla, fuori dalla casa la coda sparisce sotto la pancia, classica posizione di paura.

Un giorno il “papà” si ammala per una settimana la lascia alle amorevoli mani degli “zii” e della dolce compagnia del “cuginetto” Leopoldo, ma la mancanza del suo “papà” è grande e segna ancora una volta la sua dura storia.

Il suo amato torna, passano due mesi sempre insieme per convalescenza di questo ultimo, diventa la sua infermiera, la sua segretaria, la sua ombra. Un passo lui e un passo Stella, anche al bagno; però rispetta la privacy girando la testa verso la porta!

Il 1° settembre per Stella è un giorno terribile (non solo per lei). Il “papà” torna a lavorare e come era abituata prima la lascia a casa sola. Tutto l’appartamento per lei, la sue cuccette, la sua pappa e l’acqua, il suo divano (se ne è appropriata).

Stella non è più abituata a stare sola ha paura di essere abbandonata nuovamente e se la piglia con la sua brandina .







Torna il suo papì soliti salti di gioia, carezze, abbracci e……… il papi fa una faccia non bella e dice che hai fatto? Brandelli sparsi della sua ex cuccetta per casa, una bella pipì sull’altra sua cuccetta (strano!?) e tutto qui (per oggi). Ma nessuna sgridata non serve, non capirebbe e l’amore per Stella passa sopra i piccoli guai. Un asciugamano in sostituzione della brandina e una lavatrice riparano i guai.

Due settembre tutto tranquillo papi è a casa non lavora e si sta inseparabilmente insieme.

I giorni dopo finalmente al ritorno dal lavoro trovo tutto in ordine (SPERAVO) ma un lenzuolo dove dorme è distrutto e nuovamente pipì sulla cuccetta appena lavata.

Minacce, qualche strillo, niente carezze. Il giorno dopo aver ristretto gli spazi disponibili al rientro dal lavoro che trovo? Tutto in ordine. Brava Stella, salti, abbracci, premi e così via verso il giorno successivo.

Stella ha riacquistato la piena fiducia, la casa è tornata di suo dominio e il papi più fiducioso va al lavoro e

torna sicuro che tutto sia regolare….. ma basta aprire la porta e: E’ CATASTROFE, lascio parlare le foto:








Disperato, strillo, grido, due sculacciate…. Piango perché la vedo amareggiata e sofferente. MA NON SO COSA FARE.

Giorno successivo, si ritorna alla restrizione degli spazi, porte chiuse (anzi legate) ma la disperazione e la rabbia riescono ad aprire ed ancora danni (pochi x fortuna).

Arriviamo a ieri torno con il patema d’anima, quasi non vorrei aprire la porta. Apro: NOOOOOOO

telefax, wireles, modem a terra e la nuova brandina a pezzi come la precedente.

Da questo momento separati in casa nessuna comunicazione (che fatica non fargli coccole e carezze o godere delle sue) !!!!

Arriva una casetta super lusso da mettere sul terrazzo,prestata dal cuginetto Leopoldo per le ore di solitudine, e speriamo per un breve periodo. Per il resto del tempo la casa è sua come mia e l’affetto che ho per la mia Stella supererà ogni altro danno perché il suo amore per me vale molto più delle cose che ha rotto e può rompere.

Il papi di Stella, Leo

PS. a presto per il seguito, speriamo buono per tutti.



La “catastrofe” è ritornata ad essere una serena Stella.

Ciao a tutti, continuiamo con la seconda puntata.


Dalla serie di catastrofi non se ne usciva, ma cosa più importante era LA SOFFERENZA di Stella, solo questo in fondo era il motivo delle sue dannose reazioni.

Ho deciso di contattare una veterinaria comportamentalista, la Dott.ssa Marchionni Laura di Pescara per andare a fondo su quanto accaduto e accadeva. Dopo due ore di colloqui (con me, non fate come qualche mia amicizia che mi ha chiesto “ma cosa gli ha detto al cane la psicologa?”……..) sono arrivati molti consigli preziosi (li riporto di seguito, possono servire a qualcuno) siamo tornati a casa ed iniziato ad applicare quanto consigliatomi. A distanza di un mese siamo tornati alla normalità con qualche successo in più. Non mancano ancora reazioni negative alle sue innumerevoli paure che scaturiscono dai traumi subiti da piccola. Il grosso problema è quello del rapporto con l’esterno e le persone, poi non parliamo dei bambini. Ma piano piano affronteremo anche quello.

Di seguito vi riporto i consigli avuti con qualche personale commento.

CONSIGLI:

  1. potenziare i momenti di distacco in casa (gradualmente uscire sempre di più e per tempi più lunghi)
  2. in casa il cane non deve accedere ad alcuni locali (io ho scelto cucina, bagni e la camera dove lei aveva fatto tanti danni)
  3. non evidenziare il momento di distacco con parole, coccole, ecc. (che difficile non dirgli due parole di saluto e farle due carezzine. Ma ancor più difficile è il rientro dove lei fa salti enormi di festa per il mio rientro e per farsi notare e accarezzare)
  4. Lasciare premi e qualcosa da “sgranocchiare” al momento del distacco affinché lei si concentri nei premi e non nel senso di abbandono. (i primi giorni non li toccane neanche, ma si metteva sul corridoio a guardarmi che me ne andavo). Togliere subito al rientro se sono avanzati (non lo dite alla Dott.ssa ma qualche volta li lascio perché è il momento che festosa del mio rientro li va a prendere e mangiare tranquillamente sulla sua cuccetta) bhè qualche errore lo dovrò fare!
  5. Come detto non dare seguito alle sue manifestazioni di festa al rientro, ma gratificare solo quando si è TRANQUILLIZZATA.
  6. abituarla ai giochi, è consigliato in particolare il KONG che rilascia alimenti piano piano. I giochi devono essere con difficoltà graduale in quanto devono essere risolti per acquisire fiducia, se c’è bisogno aiutarlo a risolvere. Nascondere un premio, ecc.
  7. Specificatamente per Stella, fare un cammino di riappacificazione con la palla. Darle dei premi, cospargerla di carne plasmon, ecc. (in effetti è arrivata a prenderla con la bocca quando sotto c’è qualcosa di buono. Ma se la vede fuori, se vede qualcuno giocarci fate i muscoli altrimenti vi porta via con lei. Ha tolto perfino le feste ad un altro cane a lei simpatico vicino casa che quando lo vede affacciarsi dalla ringhiera del giardino lei gli salta sotto il naso, ma una volta si è affacciato con una palla in bocca e per molti giorni quando passava lì sotto scappava anche se cera lui a farle ed aspettare feste).
  8. PASTI: farla mangiare dopo di me ed in posto diverso. Dare in mia presenza, lasciare un tempo giusto per mangiare (1 ora) e poi togliere anche se non ha mangiato. Anche in macchina quando la porto con me.
  9. Non darle cose da mangiare se è lei a chiederle, ma “gettarle” qualcosa in premio se sta buona e rispetta le regole che gli avete dato (io per esempio non voglio che viene in cucina, lei dopo che ha mangiato la sua pappa si mette seduta all’ingresso e allora gli tiro qualche premio… scappa perché si spaventa ma poi torna a prenderlo. Solo una volta l’odore della bistecca che mi stavo mangiando l’ha attirata fortemente e vedevo che faceva due passetti in avanti e poi si metteva seduta, altri due e poi seduta fino che non si è seduta vicino alla sedia in attesa…. Che ridere!
  10. iniziare ad abituarla gradualmente al trasportino fino ad arrivare a chiuderla in esso in macchina. NON CI SONO RIUSCITO neanche ad acquistarlo, chissà se ci riuscirò?.
  11. ESTERNO:
    1. non lavorare sulle paure ma sui momenti di calma valorizzandoli con carezze e gratificazioni e premi. Che lei non prende perché anche se sembra calma in fondo non lo è).
    2. Il PREMIO ESTERNO deve essere utilizzato e dato solo per l’esterno
  12. nei momenti di paura mentre sta fuori non seguire il suo voler tornare in posti per lei sicuri (casa, macchina, ecc.) fermarsi, “pretendere” la calma (senza coccole o gratificazioni) cambiare anche parzialmente l’itinerario lasciando intravedere a lei la meta (auto, casa, ecc.).
  13. non creare forzature in ambienti dove lei ha paura, mentre scegliere posti dove lei sta tranquilla e valorizzare i momenti di tranquillità. (la terapia d’urto non funziona).

AIUTO TERAPEUTICO:

ANXITANE M/L mezza compressa 2 volte al dì per 60 giorni si tratta di: ANXITANE è un supplemento nutrizionale appetibile per cani, un valido aiuto nella gestione dei disturbi comportamentali: - attenua le reazioni legate agli effetti dello stress o della paura, effetti associati o no a cambiamenti dell'ambiente in cui vive l'animale ( paura della gente, degli altri animali, paura in strada, cambiamenti d'ambiente). - Permette al cane di ritrovare la sua serenità. - Esercita effetti rilassanti senza sonnolenza ne altri tipi di inconvenienti. La sua ottima appetibilità facilita la somministrazione delle compresse che si danno direttamente dalla mano o anche dal pavimento, come un biscottino. Composizione:L-Theanina (Suntheanine)100 mg., Cellulosa microcristallina, agente appetibilizzante, Mannitolo, proteine grzze 27%, materia grezza 5%, umidità 3.7%, ceneri grezze 1.5 %. confezione Medium e Large da 30 compresse per cani con peso da 10 kg a 25kg mezza compressa mattino e sera, per peso superiore a 25 kg. 1 compressa mattino e sera. Per ottenere un risultato ottimale è fondamentale somministrarlo 2 volte al giorno per periodo di almeno 2 mesi.

COLLARE DAP si tratta di:Feromone Appagante del Cane, collare favorisce il benessere di cuccioli e cani adulti in situazioni che possono determinare paura ed apprensione.

Il collare D.A.P. può essere usato sia all'esterno che all'interno della casa in caso di: inserimento in un nuovo ambiente (casa nuova, canile, estranei); periodo di socializzazione (nuove ed impreviste situazioni); paura manifestata all'esterno (cani estranei, traffico, temporali ed altri rumori forti).I feromoni contenuti in D.A.P. sono di sintesi ma sono identici ai feromoni di appagamento canini prodotti in natura dalla cagna pochi giorni dopo il parto.Ricerche hanno chiaramente dimostrato che le proprietà rassicuranti dei Feromoni di appagamente canini persistono anche in età adulta.Appena applicato D.A.P., Feromone Appagante del Cane, collare inizia a rilasciare i feromoni e ad agire sul cane. Il contatto del collare con la cute del cane e la sua temperatura corporea consentono la diffusione dei Feromoni, per questa ragione il collare D.A.P. deve restare a contatto con la cute.Il collare ha efficacia per un mese una volta applicato; il vostro cane percepirà costantemente i suoi benefici. Una volta rimosso, il collare continuerà a rilasciare Feromoni, anche se in minima quantità, con conseguente minore effetto in caso di riutilizzo.

Composizione:

D.A.P. collare feromone appagante del cane 2,5%, eccipienti q.b. a 1 collare 100%.

Modalità di impiego:

Applicare il collare e regolare la misura lasciando lo spazio di un dito dal collo del cane, tagliare la parte eccedente. Il colllare agisce per circa 4 settimane, ed è consigliabile lasciare il collare sul cane per un mese una volta applicato.

Precauzioni: rimuovere il collare prima del bagno e rimetterlo quando il cane è asciutto. Il collare non rilascia feromoni quando è umido; se il collare si bagna è consigliabile rimuoverlo, aspettare che si asciughi e quindi rimetterlo sul cane, questo non riduce l'azione del collare.

Per ora vi lasciamo, io davanti al pc e Stella che si sta godendo il sole sul terrazzo. Speriamo che la prossima volta possiamo raccontarvi qualche altro successo (no danni!).

Con affetto un saluto caro e un bau bau

A tutti

Leo e Stella

Guarda quel povero cane di nessuno.

Chiamalo

Dagli un po’ della tua merenda, fagli una carezza.

E’ il Signore che lo manda

perché tu possa fare una buona azione

verso una Sua creatura così abbandonata.

San Giovanni Bosco



martedì 14 ottobre 2008

Obesità infantile, presentata indagine

Presentazione

In Italia, il 23,6% dei bambini è sovrappeso e il 12,3% è obeso. Questo è il risultato di una indagine realizzata su input dell ministero del Lavoro, della salute e della solidarietà sociale.

Okkio alla salute, l'indagine su sovrappeso e obesità nei bambini, dalla quale emerge che più di 1 bambino su 3 ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età, è stata presentata, nel corso di una conferenza stampa il 7 ottobre scorso. Riportando questi valori a tutta la popolazione di bambini di età 6-11 anni si arriva a una stima di più di 1 milione di bambini in sovrappeso o obesi in Italia.

Lo studio, condotto da 1028 operatori del Servizio Sanitario Nazionale appositamente formati, ha misurato il peso e l’altezza di circa 46 mila bambini in 2610 scuole elementari , calcolandone l’indice di massa corporeo, e ci consegna una “mappa” relativa al sovrappeso e all’obesità dei nostri bambini che mostra differenze significative tra regione e regione, soprattutto tra Nord e Sud.

In particolare, se il sovrappeso appare piuttosto diffuso con valori vicini alla media nazionale del 24 per cento nelle diverse aree del Paese , per quanto riguarda l’obesità si riscontrano picchi maggiori con scostamenti rilevanti dalla media nazionale in alcune regioni del Sud, con in testa la Campania che ha un tasso di obesità del 21% , seguita dalla Sicilia e dalla Calabria, rispettivamente con il 17 e 16%, contro una media nazionale del 12% e i valori minimi del 4% in Friuli Venezia Giulia o il 7% in Sardegna.

L’indagine fa parte del progetto nazionale “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni” avviata per avere un quadro aggiornato sull’obesità e il sovrappeso tra i bambini italiani.

Obiettivo del progetto è mettere a punto un sistema di sorveglianza a livello nazionale, che permetta la raccolta dei dati nelle scuole, sia sostenibile nel tempo, per il sistema sanitario e per l’istituzione scolastica, e sia efficace nel guidare gli interventi di sanità pubblica.

La novità, e al tempo stesso l’importanza del progetto, è rappresentata dal fatto che per la prima volta nel nostro paese un’indagine epidemiologica ha coinvolto contemporaneamente quasi tutte le Regioni (infatti hanno aderito 18 Regioni) e la raccolta dei dati e le misurazioni sono state effettuate sulla base di un protocollo condiviso da operatori appositamente formati del Servizio Sanitario Nazionale (1028 in tutta Italia); per le misurazioni antropometriche (peso e altezza) sono state utilizzati strumenti uguali (bilance e stadiometri) spediti a tutte le Regioni.

Il progetto, coordinato dall’ISS (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute-CNESPS), è attuato in stretta collaborazione con le Regioni, il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, l’Istituto Nazionale di Ricerca sulla Nutrizione (INRAN) ed alcune Istituzioni Universitarie.

Altro elemento da sottolineare è l’approccio intersettoriale che ha caratterizzato la realizzazione del progetto: i risultati raggiunti non sarebbero stati possibili senza la stretta collaborazione tra i ricercatori dell’ISS e dell’INRAN, gli operatori delle ASL, i docenti e i dirigenti scolastici, che hanno, tra l’altro, facilitato il consenso ed il coinvolgimento dei genitori.

Fonte: ministero del Lavoro, salute e solidarietà sociale

“Okkio alla salute”: i risultati


L’indagine, effettuata su un campione rappresentativo di bambini frequentanti la terza classe della Scuola primaria (8 anni), ha consentito la raccolta di dati riguardanti:

  • peso e altezza, con calcolo dell’indice di massa corporea (IMC) e della prevalenza di sovrappeso e obesità, secondo standard internazionali;
  • abitudini alimentari dei bambini;
  • attività fisica svolta e comportamenti sedentari;
  • percezione del problema da parte dei genitori;
  • caratteristiche dell’ambiente scolastico

La raccolta dati è stata effettuata nel maggio 2008.

  • Campione di 2.610 Scuole Elementari
  • 45.590 bambini misurati ed intervistati con un breve questionario
  • Solo 3% di rifiuti alla partecipazione dei figli da parte dei genitori
  • 46.469 questionari compilati dai genitori
  • Questionario sulle caratteristiche dell’ambiente scolastico compilato da tutti i direttori

La prevalenza di sovrappeso ed obesità è risultata molto elevata a livello nazionale :

  • 23,6% dei bambini sovrappeso
  • 12,3% obeso

Più di 1 bambino su 3, dunque, ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età. Riportando questi valori a tutta la popolazione di bambini di età 6-11 anni si arriva a una stima di più di 1 milione di bambini in sovrappeso o obesi in Italia.
Si evidenziano inoltre notevoli differenze tra le diverse Regioni:

  • dal 49% di bambini sovrappeso o obesi in Campania
  • al 23% nella stessa condizione in Valle D’Aosta.

Generalmente le Regioni del sud hanno valori più elevati.

ABITUDINI ALIMENTARI DEI BAMBINI

L’indagine ha permesso di raccogliere informazioni sulle abitudini alimentari dei bambini. In particolare , per quanto riguarda l’abitudine alla prima colazione, il consumi di frutta e verdura e di bevande zuccherate, si è riscontrato che:

  • l’11% dei bambini non fa colazione
  • il 28% la fa in maniera non adeguata
  • l’82% fa una merenda a scuola qualitativamente non corretta
  • il 23% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano giornalmente frutta e verdura
  • solo il 2% dei bambini supera le quattro porzioni giornaliere
  • il 41% dei bambini beve ogni giorno bevande zuccherate, e il 17% più di una volta al giorno

L’ATTIVITA’ FISICA

  • 1 bambino su 4 non ha svolto attività fisica il giorno precedente l’indagine
  • solo 1 bambino su 10 ha un livello di attività fisica raccomandato per la sua età
  • 1 bambino su 2 trascorre più di due ore al giorno davanti alla televisione o ai videogiochi
  • la metà dei bambini dispone di un televisore in camera propria.

LA PERCEZIONE DEI GENITORI

I dati sulla percezione da parte dei genitori della situazione nutrizionale del proprio figlio indicano che:.

  • circa 4 madri su 10 di bambini con sovrappeso/obesità non ritengono che il proprio figlio abbia un peso eccessivo rispetto alla propria altezza
  • molti genitori, in particolare di bambini sovrappeso/obesi, sembrano non valutare correttamente la quantità di cibo assunta dai propri figli

La situazione è simile anche per quanto riguarda la percezione che le madri hanno in merito al livello di attività fisica dei propri figli:

  • solo 1 genitore su 2 ha una percezione che sembra coincidere con la situazione reale.

L’AMBIENTE SCOLASTICO

Le informazioni sull’ambiente scolastico, raccolte attraverso il questionario compilato dai dirigenti scolastici hanno evidenziato che:

  • il 64 % delle scuole possiede una mensa
  • nel 12% delle scuole sono distribuiti alimenti sani (frutta, latte, yogurt) giornalmente
  • il 71% delle classi svolge due ore di attività motoria durante la settimana
  • il 79% delle scuole ha inserito nei propri programmi approfondimenti in tema di nutrizione
  • il 90% ha inserito nei propri programmi iniziative di promozione dell’attività motoria
  • il 64% ha intrapreso iniziative di educazione alimentare.

CONCLUSIONI

In conclusione, il primo anno di attività di “Okkio alla SALUTE” ha permesso di raccogliere informazioni rappresentative e tempestive in tempi brevi e a costi limitati su aspetti importati della salute dei bambini italiani.
Ha permesso di creare, inoltre, un’efficiente rete di collaborazione fra gli operatori del mondo della scuola e quelli della salute. La diffusione di questi risultati e la ripetizione nel tempo di tale indagine, tanto da farne in futuro un vero sistema di sorveglianza che consenta la costruzione di trend temporali dei fenomeni indagati, può permettere di diffondere una maggiore consapevolezza della necessità di impegnarsi per la prevenzione dell’obesità e la promozione della salute dei bambini in generale e rappresenta la base per azioni di prevenzione nell’ambito di comportamenti e stili di vita che possono avere una ricaduta sulla salute.

IL MONDO NON E' PIU' DEI GIUSTI!!!!!??????

Camorra, ''pronto l'attentato a Saviano''
Roma, 14 ott. (Adnkronos) - Sarebbe tutto pronto per far accendere la miccia e uccidere lo scrittore Roberto Saviano. Secondo quanto riportato oggi dai maggiori quotidiani italiani, i clan della camorra di Casal di Principe potrebbero aver preparato un piano per assassinare l'autore del libro 'Gomorra' che ha aperto un varco nell'informazione e nelle coscienze su come e dove operano i gruppi criminali camorristici. Tanto che i clan avrebbero così decretato la condanna a morte di Saviano dandosi anche la data di Natale per accendere la miccia.

A rivelare tempi e progetto dell'attentato per uccidere Saviano e la sua scorta sarebbero stati rivelati da un pentito dei casalesi, Carmine Schiavone, secondo quanto scrive 'La Stampa', che, appresa la notizia, l'avrebbe riferita poi all'autorità di polizia giudiziaria. La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo. Da quanto riferisce poi 'La Repubblica', "l'ultima minaccia contro Roberto Saviano è ritenuta 'attendibile' e sono in corso ulteriori accertamenti" da parte della Dda e della Procura di Napoli.

A far muovere i clan contro Saviano, secondo gli inquirenti, il "troppo clamore" che ha scosso le cosciente provocato dal libro "Gomorra". Il "Corriere della Sera", inoltre, riferisce che l'attentato doveva verificarsi sull'autostrada Roma-Napoli, "durante uno dei frequenti spostamenti di Saviano e degli uomini che lo proteggono". Proprio nei giorni scorsi, il pentito Oreste Spagnuolo, uno dei killer degli immigrati ghanesi uccisi a Castel Volturno, aveva raccontato che il boss Giuseppe Setola "cercava di procurarsi dell'esplosivo con un detonatore e un telecomando: non mi ha spiegato cosa voleva farci, ma diceva che era un modo facile per uccidere". "Continuo tutto come prima. Non ho altra strada che resistere, resistere, resistere" èstato il commento di Roberto Saviano.

lunedì 13 ottobre 2008

OBESITA' attenti ai farmaci RIMONABANT e XENICAL . Leggi dei due farmaci usati contro l'obesità.

FDA Panel: Rimonabant non è un farmaco sicuro
da: http://www.xagena.it/medicina/azguide/indexfarmaci.html

L’Endocrinologic and Metabolic Drug Advisory Panel dell’FDA ha giudicato non sicuro, in modo unanime ( 14 a 0 ), il farmaco anti-obesità Rimonabant ( venduto in Europa con il nome commerciale di Acomplia ).

Rimonabant, che negli Usa avrebbe dovuto chiamarsi Zimulti, è un antagonista del recettore dei cannabinoidi CB1.

Dall’analisi compiuta dall’FDA sono emersi effetti neuropsichiatrici importanti.

Negli studi clinici di fase III, un’alta percentuale di pazienti ha sofferto di depressione, ansia, agitazione psicomotoria, e disturbi del sonno.

Durante trattamento con Rimonabant, ci sono stati 2 casi di suicidio completato.
I Ricercatori della Columbia University, che hanno collaborato con l’FDA, hanno individuato 74 casi di suicidalità con Rimonabant.

Inoltre l’FDA ha ricevuto la segnalazione di altri 2 casi di tentativi di suicidio in una donna di 60 anni ed in un uomo di 56 anni, mentre stavano assumendo Rimonabant nello studio CRESCENDO.

Sono stati anche ricevute 11 segnalazioni di casi, probabili e possibili, di crisi convulsive tra i partecipanti agli studi clinici, e 4 confermati casi di sclerosi multipla.

Durante gli studi clinici sono stati osservati frequentemente capogiri e vertigini, alterazioni motorie ( tremore, disturbi dell’equilibrio ) e disordini cognitivi ( alterazione mentale, sonnolenza, e disturbo del pensiero e della percezione ).

Fonte: FDA, 2007



FDA: analisi della sicurezza del farmaco antiobesità Rimonabant

Gli endocannabinoidi sono importanti modulatori nelle condizioni patologiche, come ansia, fobia, depressione, e disturbi da stress post-traumatico.
Pertanto è biologicamente plausibile il presentarsi di sintomi psichiatrici con l’uso degli antagonisti del recettore dei cannabinoidi o degli agonisti inversi.

Negli studi RIO ( dati pooled ), il 26% dei soggetti trattati con Rimonabant 20 mg contro il 14% dei soggetti che hanno ricevuto placebo, hanno presentato sintomi psichiatrici.
Specificatamente, il 9% dei pazienti trattati con Rimonabant 20 mg, contro il 5% dei soggetti trattati con placebo ha riportato sintomi di depressione ( umore depresso, depressione, sintomo depressivo o depressione maggiore ).

Il rischio relativo per gli eventi avversi psichiatrici del gruppo Rimonabant 20 mg versus il gruppo placebo variava da 1.5 a 2.5 nei 4 studi RIO.

Questi effetti avversi psichiatrici hanno indotto molti pazienti ad interrompere l’assunzione di Rimonabant e a richiedere trattamento concomitante, farmacologico e/o psicoterapeurico.

L’8.5% dei pazienti trattati con Rimonabant 20 mg ha richiesto una terapia a base di ansiolitici o ipnotici per un evento avverso psichiatrico, contro il 4.6% con Rimonabant 5 mg ed il 4.1% con placebo.
Il 4.8% dei pazienti che hanno ricevuto Rimonabant 20 mg, contro il 4% di quelli con Rimonabant 5 mg ed il 2.9% dei pazienti con placebo, ha richiesto la somministrazione di un farmaco antidepressivo.

La suicidalità del Rimonabant è stata calcolata, utilizzando il metodo elaborato dai Ricercatori della Columbia University.
Sono stati riscontrati: 4 casi di tentativo di suicidio con Rimonabant 20 mg e 7 casi con il placebo; 39 ideazioni suicidarie con Rimonabant 20 mg; 6 con Rimonabant 5 mg e 13 con il placebo. Quando la ricerca è stata limitata ai 7 studi di obesità, l’odds ratio ( OR ) per l’incidenza di suicidalità con Rimonabant 20 mg versus placebo è risultata pari a 1.8.

Poiché molti pazienti hanno interrotto lo studio precocemente a causa di insorgenza di effetti indesiderati ( depressione, ansia, alterazione dell’umore con sintomi depressivi ) e per la lunga, emivita del Rimonabant ( in media 16 giorni ), i risultati dell’analisi sulla suicidalità sono incompleti per la mancanza di follow-up sistematici riguardo ai pazienti che hanno abbandonato gli studi clinici.

Secondo Sanofi-Aventis, negli studi in corso al 18 dicembre 2006 sono stati rilevati 17 casi di suicidalità, di cui 11 con Rimonabant 20 mg e 6 con placebo.
Nel gruppo Rimonabant 20 mg si sono verificati: 1 caso di suicidio completato, 1 caso di ideazione autolesiva, 8 casi di ideazioni suicidarie, ed 1 caso di depressione suicidaria; nel gruppo placebo si sono verificati 2 tentativi di suicidio, e 5 ideazioni suicidarie.

L’FDA ( Food and Drug Administration ) ha ricevuto 2 segnalazioni aggiuntive: 1 ideazione omicidiaria in un soggetto trattato con Rimonabant 20 mg, ed un tentativo di suicidio in un altro soggetto che stava assumendo Rimonabant 20 mg.

Sanofi-Aventis ha successivamente comunicato all’FDA che nello studio CRESCENDO c’erano stati 2 tentativi di suicidio in 2 soggetti in trattamento con Rimonabant 20 mg.
Nello studio RAPSODI si è verificato un atto suicidario in una donna di 37 anni che era stata assegnata a Rimonabant 20 mg, mentre nello studio CRESCENDO una donna di 64 anni ha sofferto di ideazione suicidaria.

Nel database degli studi clinici compiuti con Rimonabant sono riportati i due casi di suicidio completato: 1 paziente nello studio RIO North America mentre stava assumendo Rimonabant 5 mg ed 1 paziente nello studio STRADIVARIUS trattato con Rimonabant 20 mg.

La densità del recettore CB1 è particolarmente alta a livello del cervelletto, corteccia, ippocampo, ipotalamo e dei gangli basali, aree del cervello deputate alla memoria, alla funzione motoria e ai comportamenti correlati alla ricompensa.
I recettori CB1 sono anche presenti sui nervi periferici dove svolgono un ruolo neuroprotettivo.

I sintomi neurologici, si sono presentati con maggiore frequenza tra i pazienti trattati con Rimonabant 20 mg rispetto ai pazienti trattati con placebo: 27.4% e 24.4%, rispettivamente.

Tra i pazienti che hanno assunto Rimonabant 20 mg i sintomi neurologici più comunemente riportati sono stati: cefalea ( 10% ), capogiri ( 8.6% ) e parestesia/ipoestesia/disestesia ( 3.3% ). Nel gruppo placebo i sintomi neurologici sono stati: cefalea ( 12.7% ), capogiri ( 5.6% ), parestesia/ipoestesia/disestesia ( 2.1% ).

Capogiri e vertigini si sono presentati con maggiore frequenza nel gruppo Rimonabant 20 mg che nel placebo: 9.6% versus 6.1%, rispettivamente.
Le alterazioni motorie si sono presentate con una maggiore frequenza nel gruppo Rimonabant 20 mg che nel gruppo placebo: 1.7% e 0.12% rispettivamente.
Maggiore incidenza di disturbi cognitivi si è avuto nel gruppo Rimonabant 20 mg, rispetto al placebo: 3.5% versus 2% rispettivamente.

Gli eventi avversi neurologici, secondo l’FDA potrebbero aver contribuito agli incidenti accorsi ad un certo numero di pazienti durante gli studi RIO nel gruppo Rimonabant 20 mg ( 6.9% ) e nel gruppo placebo ( 3.8% ), tra cui contusioni, commozione cerebrale, cadute, incidenti stradali.

Nello studio RIO Diabetes e SERENADE, il rischio relativo generale riguardo all’incidenza di un evento avverso neurologico per Rimonabant 20 mg versus placebo è risultato pari a 3.1.

Esperimenti su animali hanno indicato che l’antagonismo CB1 può esacerbare le malattie demielinizzanti infiammatorie.
Fino al 18 dicembre 2006 sono stati segnalati 5 casi di sclerosi multipla confermata ( n=3 ) o sospetto di malattia demielinizzante ( n=2 ).
Di questi, 1 paziente era in trattamento con placebo, 2 con Rimonabant 5 mg e 2 con Rimonabant 20 mg.
I due pazienti in trattamento con Rimonabant 20 mg, sospettati di essere affetti da sclerosi multipla, avevano preso parte, entrambi, a studi clinici per la cessazione dell’abitudine al fumo di sigaretta; gli altri 3 pazienti erano stati arruolati in studi clinici riguardanti l’obesità.

I cannabinoidi possiedono attività anticonvulsivante ed il sistema degli endocannabinoidi sembra essere coinvolto nella regolazione della durata e della frequenza delle convulsioni.
In studi preclinici, quasi il 6% dei ratti e dei topi, ed il 20% delle scimmie ha sviluppato convulsioni durante trattamento di lungo periodo con dosaggi di Rimonabant 0.5-2 volte maggiori rispetto alla dose di 20 mg.
Quasi l’1.5% dei topi di controllo ha sviluppato convulsioni, mentre non c’è stato nessun caso di convulsione tra le scimmie del gruppo controllo.

Negli studi clinici che stavano valutando il Rimonabant sono stati segnalati 19 casi di convulsione. Tre casi sono stati esclusi dalle analisi. Dei rimanenti 16 casi, 11 sono stati ritenuti come probabili o possibili: 6 casi nei gruppi Rimonabant 20 mg, 2 casi nei gruppi Rimonabant 5 mg, e 3 casi nel gruppo placebo.

L’analisi degli 11 casi di convulsione, definiti come probabili/possibili, ha permesso l’identificazione delle seguenti caratteristiche:

A ) L’età media di un soggetto in cui si sono manifestate le convulsioni era di 38.3 anni per i soggetti trattati con placebo, 46 anni per i soggetti che avevano ricevuto Rimonabant 5 mg e 42.5 anni per i soggetti trattati con Rimonabant 20 mg. Per gli studi riguardanti l’obesità, l’età media era rispettivamente di 45 anni, 46 anni, e 43.4 anni.

B ) Il tempo medio all’evento era di 84.7 giorni ( range: 10-191 ) per i pazienti con placebo, 123 giorni ( 63-183 ) per i pazienti con Rimonabant 5 mg, e 135.2 giorni ( 27-416 ) per i pazienti trattati con Rimonabant 20 mg.
Per gli studi riguardanti solamente l’obesità, il tempo medio all’evento era di 53, 123 e 156.8 rispettivamente.

C ) Tutti i casi di convulsione negli studi sull’obesità, si sono presentati nelle donne, 5 con Rimonabant 20 mg, 2 con Rimonabant 5 mg e 1 con placebo; gli altri 3 casi convulsivi hanno interessato pazienti di sesso maschile.

Negli studi in corso sono stati segnalati 8 casi di convulsione di cui 6 con Rimonabant 20 mg.

Attualmente Rimonabant 20 mg ( Acomplia ) è approvato in diversi Paesi.
Dal lancio al 30 novembre 2006 si stima che 78.610 pazienti siano stati trattati con il farmaco, principalmente in Germania ed in Gran Bretagna.
Nel periodo compreso tra il 19 giugno 2006 ed il 18 dicembre 2006 sono state riportate 918 segnalazioni spontanee, per 2362 reazioni avverse.
Reazioni avverse più frequentemente riportate sono state: gastrointestinali ( 209 confermate ), neurologiche ( 143 confermate ), psichiatriche ( 308 confermate ).

A ) Reazioni avverse gastrointestinali: nausea ( 47,4% ), diarrea ( 16,8% ), vomito ( 10,27% ).

B ) Reazioni avverse psichiatriche: ansia ( 10,7% ), umore depresso ( 10.7% ), depressione ( 10.3% ), insonnia ( 7.3% ).

C ) Reazioni avverse neurologiche: capogiri ( 27.6% ), cefalea ( 17.8% ), parestesia ( 5.7% ), tremore ( 5.1% ), sonnolenza ( 4.4% ), amnesia ( 4% ) e disturbo di attenzione ( 3.7% ).

L’FDA ha ricevuto la segnalazione post-marketing di 1 caso di neurite ottica in un paziente che aveva assunto Rimonabant 20 mg per circa 1 mese. L’esame alla risonanza magnetica per immagini ( MRI ) ha indicato che potrebbe trattarsi di sclerosi multipla.
E’ stato anche segnalato il caso di una donna di 42 anni con una storia di sclerosi multipla che è andata incontro ad esacerbazione dei sintomi mentre stava assumendo Rimonabant.

Dai dati di post-marketing sono emersi 2 addizionali casi di convulsioni associati con l’uso di Rimonabant 20 mg.
Inoltre sono stati segnalati 6 casi, confermati, di ideazione suicidaria.

All’11 maggio 2007 l’FDA ha ricevuto 11 casi di ideazione suicidaria associati all’uso di Rimonabant durante la commercializzazione del farmaco.
Altre segnalazioni di nota comprendono: 6 casi di comportamento psicotico ( tra cui 1 uomo che ha tentato di strangolare la propria figlia ) e 5 casi di aggressività ( tra cui 1 uomo che ha picchiato la propria moglie ). ( Xagena_2007 )

Fonte: FDA, 2007


Rimonabant: modesta riduzione di peso tra i soggetti in sovrappeso o obesi

L’impiego del farmaco anti-obesità Rimonabant ( Acomplia ) ha prodotto una modesta, seppur continua, perdita di peso dopo 2 anni.
Inoltre, Rimonabant ha migliorato i livelli di colesterolo HDL e dei trigliceridi.

Uno studio condotto tra il 2001 ed il 2004 ha arruolato 3045 soggetti adulti obesi ( indice di massa corporea, BMI, pari a 30 o più ) oppure in sovrappeso ( BMI superiore a 27 ) con ipertensione o dislipidemia.

I partecipanti sono stati assegnati in modo random a ricevere placebo, Rimonabant 5mg/die, oppure Rimonabant 20mg/die, per 1 anno.

I pazienti trattati con Rimonabant sono stati successivamente riassegnati, sempre in modo casuale, a ricevere placebo o a continuare a ricevere la stessa dose di Rimonabant, mentre il gruppo placebo ha continuato a ricevere placebo anche nel secondo anno.

Ad 1 anno, il 51% dei pazienti nel gruppo placebo, il 51% nel gruppo Rimonabant 5mg ed il 55% nel gruppo Rimonabant 20mg.

Il trattamento con Rimonabant 20mg ha prodotto riduzioni medie maggiori rispetto al placebo in termini di peso corporeo, circonferenza vita e dei livelli di trigliceridi, ed ha aumentato i livelli di colesterolo HDL.

I pazienti che nel secondo anno sono passati dal trattamento con Rimonabant 20mg al placebo sono andati incontro ad un riguadagno ponderale, mentre i soggetti che hanno continuato ad assumere Rimonabant 20mg hanno mantenuto la perdita di peso ed i favorevoli cambiamenti nei fattori di rischio cardiometabolici.

Rimonabant è risultato complessivamente ben tollerato.
Il più comune effetto indesiderato è stata la nausea ( 11.2% nel gruppo Rimonabant 20mg versus 5.8% nel gruppo placebo ).

Rimonabant rappresenta un approccio innovativo per il management dei fattori di rischio cardiometabolici, oltre al suo effetto sulla perdita di peso.

Lo studio ha mostrato che il Rimonabant assunto al più alto dosaggio ( 20mg ) fornisce una modesta riduzione del peso corporeo che si mantiene nell’arco di due anni.

Ad inficiare i risultati dello studio l’elevato drop-out. Infatti solo la metà dei pazienti arruolati ha completato il primo anno.

Fonte: American Medical Association , 2006


Reazioni avverse psichiatriche per Acomplia, un nuovo farmaco antiobesità

Kishore M Gadde della Duke University a Duhram, negli Stati Uniti, ha pubblicato su Circulation una review su rimonabant ( Acomplia ), analizzando la sicurezza del nuovo farmaco anti-obesità, ed incentrando l’ attenzione sulle reazioni avverse psichiatriche.

A) Studio RIO-Europe

Nello studio RIO-Europe quasi la metà ( 42 su 87 ) dei dropout ( cioè, i pazienti che si sono ritirati ) per effetti indesiderati nel gruppo Rimonabant 20mg era da attribuire ad eventi psichiatrici, tra cui le alterazioni dell’umore.

L’umore era valutato mediante la scala HADS ( Hospital Anxiety and Depression Scale ), al basale e dopo 3 mesi.
La scala HADS comprende 7 item per la valutazione dei sintomi depressivi e 7 item per i sintomi ansiosi, con punteggi che variano da 0 a 3 per ciascun item.
I sintomi depressivi ed i sintomi ansiosi sono sommati in modo separato.
Punteggi compresi tra 0 e 7 sono considerati normali, da 8 a 10 rappresentano sintomi borderline, e uguali o inferiori a 11 sono sufficientemente significativi da richiedere la valutazione psichiatrica del paziente.
Nella scala HADS non sono presenti item riguardanti l’ideazione suicidaria.
Pertanto la scala HADS non è generalmente impiegata come misura dell’outcome primario negli studi clinici riguardanti la depressione, ma è considerato uno strumento accettabile per lo screening della depressione e dell’ansia nei pazienti psichiatrici.

Negli studi RIO, quando i punteggi nella scala HADS hanno raggiunto 11 durante il trattamento, i pazienti erano sottoposti a visita psichiatrica per ulteriore valutazione. Tuttavia, nessuno dei lavori pubblicati ha riportato il numero di soggetti che erano stati esclusi dagli studi RIO dopo consultazioni psichiatriche.

I Ricercatori dello studio RIO-Europe hanno dichiarato che non c’erano significativi cambiamenti nei punteggi HADS per la depressione e l’ansia, ma questo potrebbe essere dovuto al fatto che i pazienti con sindromi depressive lievi venivano rimossi. Questo potrebbe far pensare che i cambiamenti dell’umore nel corso dello studio siano stati sottostimati.

Dallo studio non è possibile desumere le percentuali dei pazienti con punteggi uguali o superiori a 11 o dei pazienti che sono andati incontro ad un aumento dei punteggi HADS uguali o superiori al 25% dal basale.

B) Studio RIO-Lipids

Gli eventi avversi psichiatrici dello studio RIO-Lipids hanno rappresentato quasi la metà ( 26 su 52 ) dei dropout associati a reazioni avverse nel gruppo Rimonabant 20mg contro un terzo ( 8 su 24 ) delle interruzioni del trattamento nel gruppo placebo.

Gli Autori dell’articolo hanno suddiviso i cambiamenti dell’umore in depressione, depressione maggiore ed umore depresso, mentre avrebbero dovuto essere raggruppati nel termine depressione. Combinando le tre terminologie, sarebbe emerso che 14 pazienti trattati con Rimonabant 20mg presentavano depressione contro 2 del gruppo placebo.

Secondo l’Autore principale dello studio RIO-Lipids ( comunicazione personale del gennaio 2006 ), i pazienti che avevano punteggi HADS uguali o superiori a 11 non sono stati esclusi dalla partecipazione allo studio, ma quando il punteggio HADS ha raggiunto o superato 11 durante lo studio, il paziente veniva sottoposto a visita psichiatrica ed escluso dallo studio se necessitava di trattamento con farmaci antidepressivi.

Non è chiara l’allocazione dei pazienti con punteggi HADS uguali o superiori a 11.

Secondo Gadde, sebbene il Rimonabant sia sembrato ragionevolmente ben tollerato in generale, i sintomi psichiatrici sono risultati essere i più comuni eventi avversi che hanno indotto ad interrompere lo studio .
Inoltre, data l’esclusione dei pazienti con storia di depressione ed anche dei pazienti con lievi sintomi depressivi, e la rimozione dei pazienti che nel corso dello studio presentavano un aumento dei sintomi depressivi, non è chiaro se il Rimonabant sia adatto ai pazienti obesi con associata depressione.

Fonte: Circulation, 2006


Rimonabant potrebbe essere pericoloso nelle donne in età riproduttiva

Il sistema dei cannabinoidi/endocannabinoidi mediante il recettore CB1 è noto influenzare la fase precoce della gravidanza.

Uno studio di Wang e Colleghi, pubblicato sul Journal of Clinical Investigation, ha dimostrato che il bilanciamento tra la sintesi dell’anandamide, un agonista endogeno dei recettori dei cannabinoidi, da parte dell’enzima NAPE-PLD e la sua degradazione mediante l’enzima FAAH, crea un appropriato tono dell’anandamide, fondamentale per il normale sviluppo embrionale, per il trasporto attraverso l’ovidotto, per l’impianto e la gravidanza.

Gli effetti avversi degli elevati livelli di anandamide, come conseguenza dell’inattivazione dell’enzima FAAH, sono mimati dalla somministrazione di delta-9-tetraidrocannabinolo ( THC ), il principale costituente psicoattivo della marijuana, che provoca un aumento del segnale via CB1.

I tentativi fatti per comprendere i meccanismi responsabili delle proprietà psicoattive di THC hanno portato alla scoperta dei recettori dei cannabinoidi e dei loro ligandi endogeni, gli endocannabinoidi.

Attualmente sono stati identificati 2 tipi di recettori dei cannabinoidi: tipo 1 ( CB1) e tipo 2 ( CB2 ).

I recettori CB1 e CB2 sono ampiamente distribuiti anche nelle cellule somatiche non neuronali degli organi periferici, tra cui il sistema riproduttivo.
Questo può spiegare gli effetti della marijuana e del THC su molteplici aspetti della fisiologia riproduttiva, tra cui la secrezione delle gonadotropine da parte della ghiandola pituitaria, la secrezione degli steroidi sessuali da parte delle gonadi, la produzione di sperma, l’ovulazione, la capacitazione spermatica, la fertilizzazione, la fase iniziale dello sviluppo embrionale, l’impianto dei blastociti nell’endometrio uterino, le funzioni placentari, la crescita fetale, il numero delle gravidanze portate a termine, la lattazione, lo sviluppo post-natale e la crescita di cellule maligne della mammella e della prostata.

L’aberrante funzionamento dei sistemi di segnale dell’anandamide negli embrioni e nell’ovidotto nelle donne può portare a gravidanza ectopica nell’ovidotto e/o ad alterata fertilità.

Simili effetti avversi si possono presentare con l’abuso di marijuana nelle donne in età riproduttiva.

E’ stato osservato che le donne che fumavano tabacco presentano un’aumentata incidenza di gravidanza ectopica.

Una ridotta attività periferica dell’enzima FAAH è associata ad aborto spontaneo nelle donne.

Poiché l’anandamide è stato il primo endocannabinoide ad essere scoperto, le funzioni biologiche dei recettori CB1 sono stati studiate più estensivamente rispetto a quelle dei recettori CB2.

Il sistema di segnale dell’anandamide è direttamente coinvolto in diversi processi fisiologici. Poiché i ligandi cannabinergici hanno un ruolo fisiologico, i farmaci che agiscono sui segnali dell’anandamide possono produrre un’ampia varietà di effetti indesiderati che potrebbero limitare le loro applicazioni.
Ad esempio, l’impiego clinico di THC è limitato dalle sue proprietà psicoattive.

Sono stati sviluppati farmaci che hanno come bersaglio i recettori dei cannabinoidi. Il Rimonabant ( Acomplia ) è un antagonista CB1 che trova indicazione nel trattamento del sovrappeso e dell’obesità.
Un approccio alternativo è quello di agire sulla rimozione e degradazione dell’anandamide.

I livelli basali di anandamide nel cervello e negli organi periferici sono sufficientemente bassi. Questo endocannabinoide è rapidamente rilasciato e degradato localmente.
Pertanto, i farmaci che prevengono la ricaptazione dell’anandamide e l’idrolisi potrebbero avere utilità clinica.

Per la loro azione, i farmaci che agiscono sui recettori CB1 ( Rimonabant ) o sulla degradazione dell’anandamide potrebbero essere causa di gravi effetti nelle donne in età riproduttiva e nelle donne in gravidanza.

Schuel H, J Clin Invest 2006; 116: 2087-2090


Xagena

Orlistat, un farmaco per il trattamento del sovrappeso e dell’obesità, potrebbe essere associato a tumore del colon

Public Citizen, un’organizzazione a difesa dei consumatori statunitensi, ha presentato una petizione all’FDA ( U.S. Food and Drug Administration ) per il ritiro dal mercato di Xenical.

Orlistat, il principio attivo di Xenical, è un farmaco che ha come indicazione il trattamento del sovrappeso e dell’obesità.

E’ stato osservato che Orlistat provoca un significativo aumento dell’incidenza dei foci di cripte aberranti, che si ritiene siano uno step nello sviluppo del tumore del colon.

Public Citizen ha analizzato i dati del dossier presentato da Roche Pharmaceuticals, la società produttrice di Xenical, al momento dell’autorizzazione al commercio del farmaco.
E’ emerso che il trattamento con Orlistat ha prodotto un aumento del numero dei foci di cripte aberranti. Questo aumento si è verificato ad esposizioni al farmaco che erano inferiori rispetto all’esposizione degli esseri umani, basata sull’area di superficie corporea.
L’FDA non richiese ulteriori indagini, accettando le conclusioni della casa farmaceutica Roche, ed approvando il farmaco.

Un recente studio ( Cancer Letter, 2005 ) ha esaminato Orlistat in un modello murino.
Ratti sono stati trattati con un carcinogeno e nutriti con una dieta normale o con una dieta ricca di grassi per 30 giorni.
Ad alcuni di questi topi è stato somministrato Orlistat ad un livello 5 volte superiore all’esposizione umana.
I Ricercatori hanno osservato che il numero dei foci di cripte aberranti per cm2 era aumentato del 60% nei ratti trattati con Orlistat e con una dieta a basso contenuto di grassi così come nei ratti nutriti con dieta ricca di grassi e senza trattamento con Orlistat.
Il numero dei foci di cripte aberranti è risultato aumentato di 2.4 volte nel gruppo ricevente sia una dieta ad alto contenuto di grassi che Orlistat.

L’efficacia di Orlistat nel ridurre il peso corporeo è stata messa in discussione da 2 studi clinici ( Diabetes Care 2004; Diabetes Care 2002 ). Questi studi hanno mostrato che la differenza assoluta in perdita di peso corporeo tra i pazienti trattati con Orlistat e quelli che hanno ricevuto placebo, dopo 4 anni, era solo del 2.8%.

Per il suo meccanismo d’azione, Orlistat causa, in un’alta percentuale di pazienti, una serie di effetti indesiderati gastrointestinali, tra cui feci oleose, urgenza fecale, evacuazioni oleose, aumento della defecazione ed incontinenza fecale.

Il trattamento con Orlistat produce un’escrezione delle vitamine liposolubili, come beta-carotene, vitamina A, vitamina D, vitamina E e vitamina K, con conseguenti più bassi livelli plasmatici.

In 7 studi clinici sono stati segnalati 10 casi di tumore alla mammella tra i pazienti trattati con Orlistat contro 1 nel gruppo controllo.
Il rischio relativo di andare incontro a carcinoma mammario dopo somministrazione di Orlistat è 4-7 volte maggiore rispetto al placebo.
Il meccanismo con il quale Orlistat aumenta il tumore mammario non è noto.
Sono stati osservati cambiamenti lipidici ed infiltrazioni lipidiche, probabilmente attribuite ad inibizione delle lipasi cellulari per assorbimento del farmaco. L’FDA, a riguardo, non ha richiesto a Roche di compiere ulteriori studi ed ha accettato le assicurazioni della casa farmaceutica.
Il database dell’FDA riguardante le reazioni avverse ( AERS ) postmarketing contiene 28 segnalazioni di tumore alla mammella associati ad Orlistat.
Per 8 casi mancano le informazioni sulla durata della terapia, mentre in 3 casi il trattamento con Orlistat era di 1 mese o meno.
Il picco massimo di tumore mammario è risultato associato ad un trattamento con Orlistat di 12 mesi. ( Xagena 2006 )

Fonte: Public Citizen, 2006

Cannabis, l’uso nell’adolescenza fattore predittivo della persistenza del comportamento in età adulta

Esistono poche informazioni inerenti alla persistenza e alla remissione d’uso di cannabis nel lungo periodo. Un recente studio pubblicato su Addiction e coordinato da Axel Perkonigg dell’Università di Dresda (Germania), ha stimato la prevalenza d’uso e i fattori di rischio associati ad un uso continuato o a variazioni nell’assunzione di cannabis lungo un arco temporale di 10 anni.
Lo studio prospettico longitudinale ha coinvolto 3021 giovani residenti a Monaco, di età compresa tra i 14 – 24 anni, seguito da un primo follow-up dopo 4 anni e un secondo a distanza di 10 anni. L’uso o la dipendenza da cannabis e i fattori di rischio ad essi associati sono stati valutati utilizzando l’intervista strutturata M-CIDI.
I risultati iniziali hanno riscontrato l’uso di cannabis da parte di circa un terzo del campione (34%): il 7% l’ha sperimentata una volta, l’11% ha usato la sostanza 2 o 4 volte, il 16% 5 o più volte. Il 56% dei giovani consumatori (5 o più volte), dopo quattro anni riferiva un uso corrente; tale prevalenza si riduceva al 46,3% trascorsi dieci anni. Questi, inoltre, avevano una probabilità tre volte maggiore d’uso abituale, rispetto ai giovani che avevano provato la sostanza solo una volta. L’incidenza cumulativa d’uso dopo dieci anni era pari al 50,7%. L’utilizzo di cannabis da parte dei coetanei, di alcol ed eventi traumatici rappresentavano fattori predittivi d’uso, anche a distanza di dieci anni.
I ricercatori hanno osservato che l’uso ripetuto di cannabis tende ad essere abbastanza stabile nel tempo, con percentuali di remissione piuttosto basse almeno fino ai 34 anni d’età. Le modalità di progressione d’uso suggeriscono la necessità di interventi di prevenzione precoci, che potrebbero ritardare l’età di primo uso e ridurre il numero di sperimentazioni, essendo fattori critici nella progressione all’uso abituale e alla dipendenza da cannabis.
22-08-2008
Fonte: Addiction
Da http://www.dronet.org

Linee guida per promuovere la cessazione dell’abitudine al fumo

L’Osservatorio Fumo, Alcol, e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità propone un aggiornamento delle “Linee guida per promuovere la cessazione dell’abitudine al fumo” 2008, che si colloca all’interno di un progetto più ampio legato alla promozione di stili di vita salutari, della prevenzione e della comunicazione pubblica sulla salute.
Scarica il documento pdf collegandoti a www.iss.it


Sniffare droga può favorire il contagio da epatite C

L’epatite C è una delle patologie più diffuse negli Stati Uniti, causa di processi infiammatori acuti o cronici a carico del fegato. La trasmissione avviene attraverso il contatto diretto con sangue infetto (scambiando siringhe o strumenti infetti), anche se una percentuale consistente di infezioni HCV (oltre il 20%) rimane inspiegata, specialmente tra soggetti che non utilizzano droghe iniettive.
Uno studio pubblicato su Clinical Infectious Diseases e coordinato da Sagiv Aaron dello St. Luke's–Roosevelt Institute for Health Sciences della Columbia University ipotizza che l’infezione avvenga per via intranasale condividendo dispositivi contaminati (cannucce, banconote o altri strumenti) impiegati per sniffare cocaina, eroina e altre droghe in polvere. Gli strumenti inseriti nella cavità nasale, deteriorata dall’uso cronico di droga, possono venire a contatto con mucose e sangue infetti, trasmettendo quindi il virus ad un altro utilizzatore che si serve degli stessi dispositivi.
L’indagine ha coinvolto consumatori di droga (assunzione per via intranasale) affetti da epatite C cronica, sottoposti a differenti esami volti a stabilire la presenza del virus nelle cavità nasali. In effetti, i risultati degli esami rivelano un’alta presenza di sangue (74%) e confermano la presenza del virus HCV (13%) nelle secrezioni nasali degli “sniffatori” cronici. Lo studio inoltre dimostra che particelle di sangue e HCV possono essere trasferite sulla superficie degli strumenti utilizzati per sniffare e che il virus sopravvive fino a 16 ore, anche se non è noto il quantitativo minimo necessario per la trasmissione.
22-09-2008
Fonte: Clinical Infectious Diseases
Da http://www.dronet.org

Sigarette light? Effetti neuronali come le sigarette normali

Le grandi industrie del tabacco da sempre pubblicizzano le sigarette “light” - con un contenuto inferiore di nicotina rispetto alle sigarette normali - come meno dannose per la salute dei fumatori. In realtà, un recente studio della University of California di Los Angeles dimostrerebbe che la quantità di nicotina che raggiunge il cervello è molto simile a quella delle sigarette normali.
L’indagine, pubblicata su International Journal of Neuropsychopharmacology e coordinata da Arthur Brody e dal suo gruppo di ricerca, ha evidenziato che le sigarette a basso contenuto di nicotina agiscono a livello neuronale come le sigarette normali, impegnando una percentuale significativa di recettori per la nicotina. Le sigarette light contengono 0,6 – 1 milligrammi di nicotina, mentre le sigarette normali ne contengono 1,2 – 1,4 milligrammi. I ricercatori hanno esteso l’analisi anche alle sigarette denicotizzate, con una percentuale minima di nicotina (0,05 mg), attualmente impiegate come possibile supporto nelle terapie per smettere di fumare.
Sono state utilizzate tecniche di neuro–imaging (PET) che hanno permesso di individuare la quantità di recettori per la nicotina impegnati in tre differenti situazioni: non fumo, fumo di sigaretta denicotizzata e fumo di sigaretta light. Le scansioni ottenute hanno permesso di stabilire che livelli bassi di nicotina sono sufficienti per attivare una percentuale ragguardevole di recettori per la nicotina. Infatti, il fumo di sigaretta denicotizzata coinvolge il 26% dei recettori, mentre una sigaretta light ne impegna il 79%.
01-10-2008
Fonte: International Journal of Neuropsychopharmacology
Titolo originale e autori: Brain nicotinic acetylcholine receptor occupancy: effect of smoking a denicotinized cigarette-
Da http://www.dronet.org

Internet condiziona l’uso di sostanze psicoattive?

I video scaricabili su internet con “protagonisti” che assumono droghe incoraggerebbero i giovani spettatori a imitare tali comportamenti e a utilizzare droghe e alcol. Nel solo mese di agosto è stato stimato un accesso ai filmati in rete da parte di oltre 8,9 milioni di adolescenti.
Un’indagine on-line condotta da Office of National Drug Control Policy (USA) nel mese di giugno e appena pubblicata, ha osservato le abitudini in rete dei giovani adolescenti e i siti più frequentati e ne ha monitorato l’esposizione a contenuti riferiti alle sostanze d’abuso. Lo studio rivela che un ragazzo su venti che sta guardando video in rete, facilmente nell’arco temporale di un mese incapperà in uno o più filmati sulle droghe. Preoccupante inoltre l’età precoce di esposizione, infatti più di un terzo dei giovani esposti (35%) ha un’età inferiore ai 16 anni. I video scaricabili da internet mostrano spesso (nel 40% dei casi) riferimenti espliciti all’uso di droghe o a episodi di ubriacature.
L’età media di primo approccio a materiali pornografici tramite internet è di 11 anni, e il 9% degli adolescenti che utilizzano siti di social network affermano che qualcuno ha pubblicato in rete una loro foto imbarazzante senza permesso. Inoltre i genitori risultano spesso ignari di questo potenziale pericolo e dell’influenza che internet può esercitare sui giovani nel spingerli a sperimentare droghe e alcol, tant’è che l’uso di sostanze psicoattive non rientra nella lista delle principali preoccupazioni rispetto all’accesso a internet da parte dei propri figli.
08-10-2008
Fonte: Office of National Drug Control Policy
Da http://www.dronet.org

Cinque ricette salva risparmi

Come mixare titoli di Stato, strumenti monetari e la giusta dose di Borsa in base al profilo di rischio

Prima o poi bisognerà ripartire. Da un punto che i mercati non hanno ancora trovato e che, vista la velocità drammatica della discesa, non dovrebbe essere troppo lontano. Scivolando sulle pendici ripidissime della montagna che fu incantata, si può cercare un po’ di coraggio e pensare al dopo. Il Mibtel di Piazza Affari sulla vetta del 12 marzo 2003 valeva 34.365 punti, venerdì è precipitato a 15.438, a un passo dai minimi del 2003. Il Dow Jones, l’indice storico di Wall Street, invece è già finito sotto 9.000, il pavimento dell’ultima crisi (giugno 2003). In queste due pagine, sfidando qualsiasi ordine di pessimismo cosmico, CorrierEconomia ha cercato di mettersi nei panni di futuribili investitori con profili di rischio molto diversi. Ricette di buon senso che contemplano l’unica ipotesi che oggi sembra praticabile — quella della liquidità e del reddito fisso — ma anche idee decisamente più aggressive, che osano in Borsa con il 50-60% del totale.
Follia? Scartando l’ipotesi della fine del mondo, no. E’ ovvio infatti che una simile bufera scoraggia anche chi si destreggia con le azioni da sempre, ma è anche vero che gli affari si fanno proprio in fondo al burrone. Quando si possono comprare azioni buone a saldi impensabili, a patto di star fermi poi per due o tre anni.
Ma quanto avrebbero reso i portafogli «ragionevoli» fotografati in queste pagine? Chi ne avesse ancora in tasca di simili avrebbe guadagnato da gennaio poco più del 2% nel caso del mix per prudente, mentre avrebbe perso, sempre da inizio anno, tra il 18 e il 20% con le due ricette più rischiose, quelle dove la Borsa spunta dal giardinetto titoli o da una rosa di fondi comuni che investono in tutti i listini del mondo. In mezzo il pareggio del «ben diversificato» che non ha guadagnato nulla (+0,34%) ma non ha nemmeno perso e la perdita accettabile del terzo mix, che è in rosso del 5%. Considerando che Piazza Affari da inizio anno ha perso più del 40%, l’aggettivo accettabile non sembra esagerato.
Certo non sono numeri meravigliosi. Ma mostrano, se ancora ce n’è bisogno, che la diversificazione paga. E che il collasso delle Borse avrebbe inciso con forza relativa sulle tasche degli investitori che avevano distribuito i loro averi tra vari asset. Che cosa aspettarsi adesso? Avendo già prima scartato l’ipotesi del Giudizio Finale, non resta che passare di nuovo in rassegna le poche certezze del momento. Le vendite si fermeranno quando i grandi attori del mercato avranno terminato di disinnescare la leva ai loro portafogli, vendendo tutti gli investimenti fatti a debito.
A quel punto tutti gli interventi messi in campo dai governi — il Fondo di salvataggio americano, le singole decisioni dei governi europei che hanno garantito banche e clienti, le massicce iniezioni di liquidità sui mercati, il taglio del costo del denaro — potranno avere effetti visibili. Sembra ormai inevitabile fare i conti con la recessione, cioè con una frenata dell’economia che sarà anche una diretta conseguenza della tremenda crisi di sfiducia che attanaglia le banche. Non a caso già ora i money manager si orientano sui titoli farmaceutici e su quelli dei consumi di base, oltre al petrolio. Mentre industriali e beni di lusso avranno più vita grama se il ciclo si ferma.
Intanto la fame di sicurezza ha trascinato al ribasso anche la remunerazione dei Bot, come è accaduto già da mesi negli Usa: il re dei titoli di Stato a tre mesi rende solo l’1,5% su base annua. I conti on line tornano competitivi. A patto di non superare il limite dei 103 mila euro coperti dalla garanzia.

Da newsletter www.corriete.it del 13.10.2008


Bollette, inizia la battaglia delle tariffe

E da novembre sarà online il calcolatore voluto dall’Authority per districarsi nella selva dei prezzi

S ono circa due milioni i clienti, tra famiglie e piccole-medie imprese, che dal 1° luglio 2007 sono passato al mercato liberalizzato dell'energia elettrica, che consente di scegliere l'operatore più vantaggioso. Un numero che sembra destinato ad aumentare nei prossimi mesi. Perché se nel corso del primo anno dall'attuazione del decreto Bersani alcuni grandi operatori sono rimasti a guardare, adesso hanno deciso di entrare in campo e di aprire una dura battaglia a colpi di sconti per accaparrarsi il più alto numero di famiglie possibile......

Insomma, la guerra è aperta. «L'ingresso di questi grandi operatori con offerte differenziate è un segnale più che positivo — spiega Clara Poletti, direttore dello Iefe, Istituto di Economia e Politica dell'energia e dell'ambiente dell'università Bocconi —. All'inizio c'è stato un forte immobilismo che stava dando grosse preoccupazioni. Ora invece i vantaggi potrebbero trasferirsi anche nel mercato all'ingrosso».
In questi 15 mesi, il passaggio al mercato libero ha registrato un tasso di «switching», cioè di mobilità da un operatore all’alto, prossimo al 6%, «in linea con le migliori esperienze europee». Una cifra che tenderà ad aumentare, perché gli effetti degli ultimi arrivi sul mercato residenziale, si sentiranno presto.......

Perché gli operatori in campo sono sempre di più e le opzioni sono diventate innumerevoli: su un totale di circa cento aziende che lavorano sul mercato liberalizzato, l'utente può scegliere tra centinaia di proposte che vanno dal tradizionale prezzo fisso alle tariffe ricaricabili simili a quelle del telefonino........

I confronti tra le proposte saranno più facili dal prossimo mese: il presidente dell’Autorità per l'energia Alessandro Ortis ha annunciato infatti «la prossima attivazione (a novembre, ndr) di un «price calculator» uno strumento di simulazione che sarà utilizzabile facilmente via Internet per confrontare le varie offerte sul mercato elettrico».
E per le famiglie in particolari situazioni di disagio economico, sarà possibile anche richiedere un bonus sociale sulla bolletta dell'energia elettrica grazie a un provvedimento dell'Authority.
Il sistema, che interessa cinque milioni di clienti disagiati, sarà pienamente operativo a partire da gennaio 2009: si prevede un risparmio del 20 per cento sulla bolletta dell'energia elettrica con un beneficio complessivo stimato per 384 milioni di euro l'anno.

Da newsletter www.corriete.it del 13.10.2008