lunedì 23 marzo 2009

LA NOIA ADOLESCENZIALE

Le riflessioni che seguono sono tratte dal contributo di Giancarlo Salvatori pubblicato sul sito http://www.mentesociale.it/ricerche/ricerca_noiaadolescenti.htm.

L’Autore intende descrivere alcune tra le più comuni sostanze
stupefacenti che possono essere utilizzate dai giovani per sfuggire a
quella sensazione di vuoto dell’anima e aridità dei sentimenti
che caratterizzano la noia.
Le notizie dei quotidiani ci riferiscono dell’abbassamento dell’età in cui
i giovani si avvicinano alle droghe, ormai si tratta addirittura di pre-adolescenza.
L’intenzione è quella di raccordare la noia adolescenziale con l’uso
delle sostanze stupefacenti dando una breve descrizione di queste ultime.
infatti tutti conoscono il nome delle diverse droghe, ma solo gli addetti ai lavori
le hanno viste e sanno gli effetti che provocano.


PARTE PRIMA
La noia adolescenziale

L’adolescenza è il periodo di tempo in cui i ragazzi costruiscono il loro sentimento d’identità e in altre parole la percezione della continuità d’essere se stessi nel tempo e nello spazio.
D’altro canto prima dell’età adolescenziale abbiamo i cosiddetti “anni invisibili”, una sorta di buco nero che corrisponde agli anni delle scuole medie inferiori: un periodo in cui sembra non sia successo nulla; anni avvolti nel silenzio di tutti, dei genitori, della scuola, ma invece è proprio in questo periodo importantissimo che i ragazzi si preparano all’adolescenza.
L’adolescenza è un’avventura che s’intraprende e che continua per tutta la vita, e grande avventura è per i ragazzi riuscire a tenere insieme le diverse componenti del loro mondo interno e di quello esterno. Nell’età adolescenziale cambiano gli affetti, il modo in cui ci si propone al mondo circostante e proprio gli altri, gli adulti, sono i primi che accentuano questa discontinuità. Sbalzi repentini d’umore, magari che si presentano in forma ciclica, sono “crisi fisiologiche” dell’età adolescenziale che, contrariamente a quanto potrebbe accadere in un adulto, non presentano nulla di patologico.
Proprio l’assenza di queste “crisi fisiologiche”, con il contemporaneo instaurarsi di altri segnali quali, ad esempio, il disinteresse per le relazioni affettive, l’umore invariabile di noia, apatia, diventano sintomi di preoccupante disagio.
Ed è proprio la noia una delle cause dell’avvicinamento degli adolescenti al mondo della droga.

Questa è la splendida definizione della noia data da Bernanos, una polvere sottile che si adagia in maniera continua su di noi e che ci obbliga ad un movimento perpetuo. Purtroppo, a volte, capita che alcuni giovani, per scuotersi la polvere di dosso, utilizzino altra polvere, più micidiale della noia.

Secondo Moravia la noia è scarsità della realtà, incomunicabilità ed incapacità di uscire da sé stessi, desiderio di fare qualcosa accompagnato dalla volontà di non fare niente. Quante volte ci siamo messi dinanzi ad un libro con il desiderio di studiare per poi inseguire, e non solo con il pensiero, una mosca che stava svolazzando, trovando così una giustificazione alla volontà di non fare niente.
“La droga non è più la magia di chi non ha più nulla nella sua vita, ma il tentativo di combattere la noia, di sfuggire ad una vita piatta che per paura non si vuole cambiare. Siamo diventati incapaci di divertirci senza aver giramenti di testa, senza avere allucinazioni. Ma ancora peggio, non siamo capaci di cercare con tutte le nostre forze le soddisfazioni di una vita realmente vissuta che, come è giusto, non piovono dal cielo a nostro desiderio.”
“Che cosa rappresenta la droga per i giovani?
Fuga o trasgressione?”
di seguito alcune risposte date dai giovani, ed ecco che emerge la noia, la volontà di fuga dalla realtà tediosa, la voglia di fare qualcosa di “speciale”.

“Droga per me vuol dire: divertimento, fuga dalla noia. Se il sabato sera non c'è proprio un ***** da fare, vai con la droga.”
“bella bella domanda...è la frustrazione che provoca questa società..una fuga...però in molti casi è la tentazione del trasgredire,di superare i limiti..dipende dai casi ma tendenzialmente dico fuga/noia. ciao!”
“decisamente trasgressione....tranne x ki maga ha dei gravi problemi e x nn pensare s droga”
“trasgressione...lo si fa all'inizio per trasgressione poi...dato che la tua vita si dissolve...lo si fa per fuga”
“i giovani non sanno più che ca**o fare la sera... non si divertono più e allora si drogano e bevono... fuga? trasgressione??? naaa ... pura e semplice noia”
“Secondo me la droga per i giovani rappresenta solo un divertimento per evadere dalla noia. Ci si droga quando si è arrivati a fare già tutte le esperienze e non c'è più niente da fare ...”
Per superare i momenti d’abbattimento psicologico si fa ricorso alle cosiddette “droghe ricreazionali”, che offrono, a prezzi più che accessibili, quell’”aiutino” che serve per superare i momenti di noia, risvegliando ogni istinto sopito, facilitando le relazioni sociali magari s-ballando in discoteca.
Ecstasy, cocaina, ma anche nuove droghe questi sono alcuni degli strumenti per fuggire dalla realtà.
Il giovane che assume stupefacenti non si sente un drogato, è convinto di smettere quando vuole, di dominare la situazione; d’altronde gli effetti che tali sostanze producono sono di generale benessere. A ciò si aggiunge che l’immaginario collettivo che raffigura il drogato è fermo tra gli anni 70/80 del secolo scorso: un giovane allampanato, avvolto nel soprabito lungo, appoggiato ad un muro della stazione ferroviaria nell’attesa dell’arrivo della dose o l’immagine successiva, seduto per terra, con l’ago infilato nel braccio mentre sta vagando per mondi chimerici. Sicuramente non si riconoscono in questa immagine i giovani che solo ingerendo una pasticca o tirando una “striscia” sperimentano sensazioni d’affetto, di socializzazione, d’estremo benessere psico-fisico.
Le nuove droghe sono accattivanti, sono colorate, assomigliano alle caramelle, hanno prezzi stracciati. Che male può fare ingerire una pasticca, per di più tanto simile ad un dolce confetto, quando oggi ogni problema si risolve con l’ingestione dell’”apposita” pillola, dal mal di pancia alla depressione.
Cosi parla Guido:
“ Ho conosciuto la droga attraverso amici che già ne facevano uso. Avevo 18 anni, nella sala giochi dove passavo le serate con i miei amici, la noia faceva da padrona e noi decidemmo di ammazzarla unendoci a dei nostri conoscenti che già l’assumevano. Io già facevo uso di hashish, fumavo spinelli. La prima volta che ho provato droghe pesanti, ho avuto paura che mi potesse succedere qualcosa, la seconda l’ho fatta perché nella prima non avevo capito la sensazioni che dava. La droga ha portato nella mia vita radicali cambiamenti: litigavo con i miei, cosa mai successa prima, mi ha lasciato la ragazza e ho perso il lavoro. La noia, che mi è stata fatale, stavolta mi ha spinto ad uscirne, non ne potevo più di essere guardato con soggezione, di litigare con la mia famiglia….Dopo 7 anni che assumevo sostanze stupefacenti decisi che era ora di finirla e mi recai al Ser.T. Spesso ho fatto terapie inutilmente, sono stato anche in comunità. Per un certo periodo sono stato bene, poi ci sono ricaduto ed ora sono 3 anni che sto “bene”. Nei momenti di crisi cercavo di non pensarci facendo altre cose: andando al cinema, uscendo con la ragazza o semplicemente passeggiando. Dalla dipendenza ne esci solo se lo vuoi veramente, il primo passo lo devi fare da solo. La droga è un tranello, sconsiglio ai giovani di provarla, anche perché se la provi la prima volta al 99% ci stai dentro.”
Ma quali sono le droghe che vengono consumate, qui di seguito saranno descritte alcune tra le più comuni sostanze e anche qualcuna nuova, pericolosissima.

PARTE SECONDA
Le droghe
1. Cocaina.
La cocaina deriva dal trattamento delle foglie essiccate della pianta di coca. Nel 1860 fu isolato l’alcaloide principale dalle foglie di coca: la cocaina. Attualmente si trova in tre diverse forme:
1) cocaina idrocloruro, che viene generalmente sniffata ed è solubile in acqua;
2) cocaina free-base, che viene generalmente fumata ed è insolubile in acqua;
3) crack, che è cocaina free-base “cucinata” e che viene generalmente fumato.
La cocaina “da strada” si trova associata a “sostanze da taglio” per lo più inerti (mannitolo, lattosio ecc.), ma anche mescolata a sostanze attive (procaina, lidocaina ecc.). La droga può essere assunta per via endovenosa, per via orale, e per inalazione della polvere per via nasale o sotto forma di vapore. Gli effetti classici sono quelli di lucidità mentale, aumentata capacità di concentrazione, loquacità, estroversione ed euforia. L’intossicazione da cocaina provoca contratture muscolari, aumento delle pulsazioni, secchezza delle fauci, ipereccitazione, aggressività, insonnia. Con l’assunzione prolungata sarà possibile il manifestarsi di denutrizione, impotenza, delirio paranoico. La cocaina da una forte dipendenza psichica, vale a dire il desiderio di sperimentare in maniera reiterata gli effetti della sostanza.
2. Il Crack.
Il termine prende il nome dal caratteristico suono (cracking, scricchiolio) che si sente quando si fuma il prodotto. Il crack si ottiene riscaldando la cocaina in soluzione acquosa di bicarbonato o ammoniaca. Ciò che ne deriva è una sostanza aggregata di colore azzurrino-biancastra o crema-biancastra. Comunemente il crack è assunto tramite apposite pipe ad acqua denominate “water pipes” o “camoke”, oppure è direttamente fumato mescolato al tabacco di una sigaretta, all’hashish od alla marijuana. Dall’assunzione ne deriva un “rush” rapido ed immediato, con sensazioni di forza, energia, euforia (talvolta violenta), scioltezza comunicativa e vivacità. Purtroppo il crack induce facilmente alla dipendenza psichica, portando al rapido aumento degli episodi ripetuti di fumo (binges). Infatti il consumo di crack si ripete più volte in un giorno, fino a quando l’assuntore non ha un crollo psico-fisico. Ma così come l’”high” è immediato, allo stesso modo il “down” è pesante: paranoia, apatia, depressione, nervosismo, sonno eccessivo o insonnia, diminuzione delle sensazioni di piacere. A lungo andare si manifesteranno stati paranoici accompagnati da deliri e allucinazioni, alienazione dell’individuo.
3. L'Eroina. L’eroina è un derivato dell’oppio. Dall’oppio si ottiene la morfina, dalla quale si sintetizza l’eroina. Il prodotto ottenuto si presenta in forma di polvere bianca. Esistono diversi tipi d’eroina: “turca”, “pakistana”, “iraniana” ecc, queste si differenziano sia per la diversa natura del principio attivo, che per le modalità del “taglio”. L’eroina può essere iniettata, ingerita, “sniffata”, fumata.
L’assunzione d’eroina provoca un immediato “flash euforico”, della durata di pochi minuti, dà sensazioni di benessere, riduzione dell’ansia, della depressione, innalzamento dell’euforia, senso di pace, di calore, distensione nervosa, allontanamento dello stress psico-fisico, effetti analgesici. Il “flash euforico” è seguito da una fase di rilassatezza, distacco dal mondo, calma e soddisfazione che digrada in offuscamento delle funzioni mentali e assopimento, che può durare anche molte ore, con abbassamento della frequenza cardiaca e della respirazione, tanto che nei casi estremi può portare anche alla morte. Questo stato può perdurare da 2 a 6 ore. Gli effetti indesiderati a breve termine sono: costrizione delle pupille (le cosiddette “pupille a spillo”), eloquio “impastato”, nausea, diarrea e vomito, sonnolenza, apatia, difficoltà a concentrarsi, prurito insistente. L’assunzione prolungata d’eroina può portare a perdita dell’appetito e calo di peso, sedazione cronica e apatia, danni agli organi interni (polmoni, fegato, reni), deterioramento dei denti ed indebolimento delle gengive, costipazione, irregolarità del ciclo mestruale, se assunta per inalazione possono presentarsi danni alle strutture nasali, se iniettata si presentano le classiche ferite da puntura e otturazione dei vasi sanguigni con relativa necrosi delle zone irrorate, rapido instaurarsi della tolleranza con dipendenza psico-fisica (bisogno di assumere nel più breve lasso di tempio altra eroina), assuefazione (ben presto con l’assunzione di una dose sparirà il rush e si dovranno assumere altre dosi d’eroina per evitare crisi di astinenza). Oltre a ciò sono da considerare gli effetti indiretti che si manifesteranno con danni fisici e sociali: malattie infettive (AIDS ed epatiti) per lo scambio di siringhe tra assuntori, polmoniti dovute all’indebolimento dell’apparato respiratorio, infezioni dovute ai batteri presenti nell’”eroina da strada”, furti e spaccio di droga per procurarsi le necessarie dosi quotidiane, compromissione dei rapporti affettivi in genere (familiari, d’amicizia, lavorativi), poiché ogni legame è strumentalizzato al fine di procurarsi eroina.
4. Cannabis.
Il nome della cannabis deriva dal greco kanabsi che significa acqua stagnante, proprio perché il vegetale trova il suo habitat favorevole in luoghi umidi. La Cannabis sativa (canapa) è una pianta che cresce spontaneamente in molte parti del mondo dove è usata per diversi scopi tra i quali la produzione di fibre tessili e droghe (marijuana, hashish ecc.). Fino a qualche tempo fa si credeva che esistessero distinte specie di cannabis, oggi è certo che non esistono piante di canapa morfologicamente diverse, ma solo delle “varietà chimiche” che si differenziano per il diverso contenuto delle sostanze farmacologicamente attive. L’essudato essiccato prende il nome di hashish. Vediamo quali sono le preparazioni a base di cannabis che si trovano nel commercio clandestino:
1) Marijuana (chiamata anche Kiff o Dagga). Si tratta di una preparazione ottenuta mescolando diverse parti della pianta, opportunamente essiccate e triturate. E’ fumata pura o mescolata a tabacco dopo averne fatto delle sigarette.
2) Hashish (chiamato anche Charas o Chira). Si ottiene dall’essiccazione dalla resina delle estremità fiorite della pianta. E’ commercializzato in tavolette dal diverso colore, dalle quali prende anche il nome (es.: “nero” pakistano).
3) Ganja. E’ un termine creolo-giamaicano che sta ad indicare una particolare preparazione a base di cannabis. Si ottiene omogeneizzando solo la resina e le foglie superiori della pianta. La ganja ha un THC nettamente superiore alla marijuana
4) Bhang. E’ il decotto di marijuana, va bevuto.
5) Olio di hashish. Si tratta dell’estratto di resina pura.
6) Skunk. Il Termine significa “puzzola”, proprio per il suo odore speziato, corposo, con sottile aroma di caffé. E’ un incrocio tra due diverse specie di cannabis (sativa e indica).
Tutti i prodotti della cannabis, ottengono il maggior effetto stupefacente se fumati, sia tramite sigarette (anche con l’aggiunta di tabacco), sia con pipe chiamate “shilom”. Le sigarette contenenti prodotti della cannabis prendono il nome ormai noto di “canne”, “cannoni”, “spinelli”.
Gli effetti inducono ad un atteggiamento mentale positivo, ottimismo, buon umore, rilassamento, intensificazione dei sensi visivi ed uditivi, distorsione del senso del tempo, grandiosità d’idee. Gli effetti compaiono dopo circa 5 minuti dall’assunzione e possono durare, secondo il diverso metodo d’assunzione, da 2 a 9 ore. L’uso eccessivo può causare attacchi di panico, nausea, perdita di memoria. Altri effetti riguardano l’aumento della frequenza cardiaca, l’aumento della minzione, la secchezza delle fauci con stimolazione a bere di continuo, la congestione congiuntivale con lieve riduzione delle dimensioni della pupilla. A lungo termine si può avere la cronicizzazione di sinusite, faringite e broncocostrizione. Attualmente non vi sono notizie certe che la cannabis dia dipendenza fisiologica, ma è provato che la sostanza induce una forte dipendenza psicologica.
5. Ecstasy.
Sostanza stupefacente che appartiene alla classe delle cosiddette designer drug, droghe progettate e realizzate in laboratorio.
L’ecstasy è una metamfetamina il cui principio attivo è la 3,4-metilendiossimetamfetamina, abbreviato in MDMA. L’ecstasy è principalmente assunta per via orale, sotto forma di pasticche, ma anche sciolta in acqua o, più frequentemente, in bevande alcoliche. Gli effetti si manifestano dopo circa 25-30 minuti dall’assunzione, raggiungono il picco dopo circa un’ora permanendo per circa 3-4 ore, quindi declinano in 7-8 ore. Gli effetti dell’ecstasy sono costituiti da generale benessere, euforia, piacere, sintonia con l’altro, facilità di comunicazione, tutte le percezioni sono intensificate: la musica si sente più pulita, i colori si vedono più intensi, si allentano le inibizioni (ma non in maniera disorganizzata come sotto l’effetto dell’alcool), si accentua il desiderio del contatto fisico e della relazione intima (anche, ma non esclusivamente sessuale). Gli effetti indesiderati immediati sono la perdita dell’appetito, bocca arida, tachicardia, tensione delle mascelle, digrignamento dei denti, eccessi di caldo e freddo, e desiderio di urinare, innalzamento della pressione sanguigna, aumento della velocità del battito cardiaco e aumento della temperatura corporea, dilatazione delle pupille. Siccome molto spesso l’ecstasy si assume in discoteca, ballando, è possibile il verificarsi del cosiddetto “colpo di calore” (il calore prodotto dai muscoli non riesce ad essere smaltito e si traduce in un forte aumento della temperatura corporea), che può diventare mortale. Altri effetti indesiderati sono: vomito, crampi alle articolazioni, dolori di testa, capogiri, scarsa concentrazione, improvvisa stanchezza, depressione e panico, sino a pensieri suicidi. Gli effetti indesiderati a lungo termine sono ancora in fase di studio, ma senza dubbio l’assunzione prolungata causa insonnia e danni cerebrali irreversibili. Gli studi fin qui compiuti non hanno dimostrato che l’ecstasy induce dipendenza fisica, sicuramente dà dipendenza psicologica e tolleranza (per ottenere lo stesso effetto sono necessarie dosi sempre maggiori, con i rischi conseguenti). L’assuntore proverà la sensazione di non riuscire più ad avere normali rapporti interpersonali senza aiutarsi con pasticche d’ecstasy, tutto il mondo parrà senza colore. Un discorso a parte meritano gli effetti allucinogeni dell’ecstasy, vale a dire l’alterazione delle percezioni sensoriali e della realtà che, con la congiunta assunzione d’alcool etilico ed i conseguenti disturbi dello stato di vigilanza, sono i principali responsabili delle cosiddette “stragi del sabato sera”.
6. LSD.
Il nome tecnico è dietilammide dell’acido D-lisergico. Si tratta di una sostanza allucinogena, vale a dire di una sostanza che provoca allucinazioni. L’allucinazione è la percezione di qualcosa che non esiste e tuttavia è ritenuta reale, è involontaria e non criticata, ha i caratteri della sensorialità e della proiezione spaziale. La produzione dell’LSD inizia con l’azione parassitaria di un fungo della segale, il Claviceps purpurea (nome comune: Ergot). Nella forma pura l’LSD si presenta sottoforma di un cristallo trasparente, oppure in forma liquida della consistenza e dell’aspetto dell’acqua. Nel mercato clandestino degli stupefacenti si trovano piccoli francobolli colorati impregnati di LSD. Questi vengono appoggiati sotto la lingua, lasciando sciogliere gli acidi. Dopo pochi minuti dall’assunzione si avranno effetti euforizzanti accompagnati da confusione, debolezza, vertigini, nausea. Dopo 2-3 ore dall’assunzione compariranno illusioni visive, acustiche, tattili, termiche, fenomeni di sinestesia. Si potrà sperimentare la comparsa di forme geometriche in movimento che andranno a sovrapporsi agli oggetti o alla luce. Si avranno visioni paradisiache od infernali, a ciò contribuiranno il set (ad es. lo stato d’animo preesistente all’assunzione) ed il setting (ad es. il luogo, la compagnia). Dopo 4-5 ore si avrà rilassamento e la sensazione di trovarsi in uno stato magico. L’effetto dell’assunzione da LSD durerà dalle 10 alle 16 ore. L’assunzione di LSD ha effetti collaterali molto pericolosi poiché l’assuntore sarà portato a credere d’essere invulnerabile, di poter vincere la forza di gravità, di attraversare i muri, aumentando così la probabilità d’incidenti. Altri effetti collaterali sono attacchi di panico, alterazione della capacità di pensiero e di giudizio. L’assunzione d’alte dosi di LSD può provocare completa confusione mentale e collassi nervosi. Un altro effetto indesiderato dovuto all’assunzione di LSD è il flashback retrospettivo, ovverosia l’improvvisa insorgenza, anche dopo anni, di una sensazione esperita in un precedente “viaggio”.
Termina qui l’elenco di alcune delle più comuni droghe usate sino ad oggi. Purtroppo è necessario dire sino ad oggi, infatti il mondo degli stupefacenti è in continua evoluzione e la legislatura è sempre un passo indietro. Attualmente sono presenti sul mercato delle droghe potentissime, i cosiddetti “nuovi sballi”, e solo alcune di queste hanno attenzione legale quali la piperazine (generalmente in forma di compresse), la ketamina (anestetico veterinario che si presenta in polvere bianca), shaboo (si presenta in forma cristallina), cobret (assunta invece della cocaina o dopo di questa, per il suo effetto calmante), GHB (pericolosissima, detta anche droga dello stupro, si presenta in forma liquida), smart drug (dette anche droghe furbe), allucinogeni derivati da piante e semi per lo più provenienti dal Centro America.

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