L’epatite C è una delle patologie più diffuse negli Stati Uniti, causa di processi infiammatori acuti o cronici a carico del fegato. La trasmissione avviene attraverso il contatto diretto con sangue infetto (scambiando siringhe o strumenti infetti), anche se una percentuale consistente di infezioni HCV (oltre il 20%) rimane inspiegata, specialmente tra soggetti che non utilizzano droghe iniettive.
Uno studio pubblicato su Clinical Infectious Diseases e coordinato da Sagiv Aaron dello St. Luke's–Roosevelt Institute for Health Sciences della Columbia University ipotizza che l’infezione avvenga per via intranasale condividendo dispositivi contaminati (cannucce, banconote o altri strumenti) impiegati per sniffare cocaina, eroina e altre droghe in polvere. Gli strumenti inseriti nella cavità nasale, deteriorata dall’uso cronico di droga, possono venire a contatto con mucose e sangue infetti, trasmettendo quindi il virus ad un altro utilizzatore che si serve degli stessi dispositivi.
L’indagine ha coinvolto consumatori di droga (assunzione per via intranasale) affetti da epatite C cronica, sottoposti a differenti esami volti a stabilire la presenza del virus nelle cavità nasali. In effetti, i risultati degli esami rivelano un’alta presenza di sangue (74%) e confermano la presenza del virus HCV (13%) nelle secrezioni nasali degli “sniffatori” cronici. Lo studio inoltre dimostra che particelle di sangue e HCV possono essere trasferite sulla superficie degli strumenti utilizzati per sniffare e che il virus sopravvive fino a 16 ore, anche se non è noto il quantitativo minimo necessario per la trasmissione.
22-09-2008
Fonte: Clinical Infectious Diseases
Da http://www.dronet.org
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